Il Fascismo Eterno di Umberto Eco
L’Ur-Fascismo o Fascismo Eterno è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile- L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.
– Umberto Eco
Il “Fascismo Eterno” fu una prolusione pronunciata da Umberto Eco in un seminario rivolto principalmente a studenti americani il 25 Aprile 1995. Tale tema ebbe un eco particolare a causa dell’attentato di Oklahoma City, ed oggi viene ripreso per ricordare che il fascismo non è morto con la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il discorso pronunciato da Eco, che ha preso il nome di Fascismo Eterno, ripercorre alcune tappe della giovinezza del filosofo a stretto contatto con il fenomeno da lui descritto con i giovani fascisti, all’età di circa dieci anni. Ciò da cui partono le sue argomentazioni è l’assenza nel fascismo di un’ideologia radicata nel suo fondo. Mussolini si servì di alcuni grandi filosofi e pensatori italiani come ad esempio Gentile; il filosofo idealista però non faceva altro che riprendere e rielaborare le teorie sullo Stato etico-assoluto di Hegel. Le sue argomentazioni riguardo l’eternità del fascismo non hanno nulla a che fare con il pensiero del ventennio Mussoliniano.
Il fascismo eterno secondo Eco è impossibile da racchiudere nel solo periodo italiano che ne decretò l’affermazione storica. Il Fascismo Eterno o Ur-Fascismo si muove su dei lineamenti ben precisi che talvolta si negano vicendevolmente ma che rendono chiaro e riconoscibile ciò che possiamo indicare con tale termine.
Le caratteristiche del Fascismo Eterno
Eco ci consegna una lunga lista di caratteristiche. Tra quelle che più rendono l’idea di quanto possa essere ampio un fenomeno come questo ne analizziamo cinque:
- Culto della Tradizione ed il rifiuto (in alcuni casi) del modernismo. Eccezion fatta per il futurismo che propendeva per una vera e propria enfasi post-rivoluzionaria nei confronti delle macchine e delle loro potenzialità.
- L’assenza di pensiero critico. Il pensare è alle direttive della forza dominante, il sincretismo culturale lede all’autorità che deve imporre le proprie decisioni.
- Paura della differenza, la xenofobia.
- Mitizzazione di certi individui che simboleggiano lo spirito nazionale e che sacrificano la loro vita in nome della patria. Tali figure saranno poi d’ispirazione per le masse.
- “Populismo Qualitativo“. La massa in quanto massa di persone ha una forza maggiore, è qualitativamente più significante rispetto al singolo. Con ciò ne consegue una propaganda che mira a colpire lo spirito delle masse più che le singolarità dalle quali viene composta e che ne rappresentano il cardine.
Attraverso alcuni di questi punti chiave, Umberto Eco riesce ad evidenziare ed esplicare un fenomeno che non è stato temporaneo e non sarà passeggero. Il fascismo eterno così descritto si disvela nella sua forma autentica. Un processo in continua evoluzione che segue lo sviluppo delle società che popolano le nostre società nella loro apparente complessità. Lì dove trova terra fertile da essere concimata, il fascismo eterno, mette le sue radici. Non si tratta, come alcuni accusano, di un discorso che si regge su alcuni luoghi comuni o su una certa propaganda di “sinistra”.
Considerazioni sul “fascismo eterno”
Quella fatta da Umberto Eco è un’analisi che dal campo storico-politico penetra in quello socio-filosofico in un contesto, come quello contemporaneo, difficile da comprendere ed analizzare. L’esser-contemporaneo porta sempre a delle analisi troppo affrettate, con la convinzione che per l’opinione comune ciò che è ormai storia sia del tutto passato. Con questa prolusione (ricordiamo che fu fatta a degli studenti) il compito di Eco con l’esplicazione del fascismo eterno fu quello di formare nelle coscienze una certa autonomia di pensiero, in particolare di essere in grado di riconoscere alcuni comportamenti che i secoli che ci hanno preceduto ci hanno insegnato ad evitare e combattere.
Il discorso che il lettore potrà ben evidenziare dalla lettura si pone in una posizione di neutralità morale. Lo spunto riflessivo di Eco, parte da una necessità analitica di un fenomeno che persiste nel tempo. Esso è profondamente radicato nelle coscienze, invisibile riposa nel visibile. Questo piccolo saggio o meglio discorso sul fascismo eterno è una lettura consigliata per tutti, non solo per le coscienze che si stanno formando in età giovanile bensì per tutti coloro che hanno interesse nel comprendere il mondo che ci circonda e le dinamiche socio-politiche che caratterizzano i nostri tempi.
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