Senilità di Italo Svevo

Senilità è il secondo romanzo scritto da Italo Svevo. Come il primo (“Una vita”) riprende certamente elementi autobiografici. Però è diversa l’intenzione narrativa: si vuole raccontare non solo la vita di un personaggio, piuttosto le sue ansie, paure ed illusioni; soprattutto queste ultime saranno indagate e di volta in volta smentite dallo scrittore che, come un fantasma, impercettibilmente, indirizzerà verso una dimensione umoristica le scelte del protagonista.

“Senilità” di Svevo

Al novembre del 1895 risale una missiva inviata da Svevo a Silvio Benco, dove dichiara la propria

«incapacità d’arrivare all’immediata rappresentazione di una cosa reale nella forma che gli altri sentono nella cosa stessa».

Ciò che comporterebbe un allontanamento sostanziale da quel modo naturalistico ancora presente in Una vita. Nel nuovo romanzo che Svevo sta progettando prende posto una dimensione con un alto contenuto di densità simbolica. L’opera, che in un primo momento doveva intitolarsi Il carnevale di Emilio, venne elaborata a partite dal ’92; apparve a puntate – cioè per episodi – sull’ «Indipendente» tra il giugno e il settembre del ’98. Il volume fu totalmente ignorato dalla critica.

Qui, come nel romanzo precedente, la narrazione è in terza persona e tutta concentrata sulle vicende di un personaggio inetto. Emilio Brentani è un intellettuale fallito di 35 anni, che, dato l’insuccesso dei suoi scritti, ora conduce una vita da impiegato. La sua esistenza pare essere sempre in attesa di occasioni che non si realizzano. Nel suo comportamento egli si appoggia continuamente a modelli ideali, su miti e falsificazioni di tipo romantico; anche la sua passione per una donna, Angelina, è minata da qualcosa di irreale che, cioè, non si realizza mai. Nonostante ciò questa inettitudine e senilità rappresentano un nuovo modo di vedere il rapporto dell’io con la realtà circostante. Emilio Brentani rappresenta l’uomo moderno, perduto dietro desideri illusori, fantasmi artificiali, modelli astratti, mentre la realtà è fuggevole.

Le tematiche

La figura del protagonista è fortemente legata a quelle di altri tre personaggi: l’amico scultore Stefano Balli, generoso e spregiudicato; la sorella Amalia e la donna desiderata Angiolina. Triste figura femminile e corrotta da un amore straziante per il Balli, Amalia si configura come una donna priva di equilibrio mentale. Diversa l’altra figura muliebre che rappresenta la vitalità più libera e aperta, la salute, l’energia. Nasce intorno a questo personaggio un bellissimo gioco retorico di Svevo. Emilio Brentani idealizza Angelina – donna di facili costumi – con una figura angelica (riprendendo soprattutto un collegamento onomastico). Ciò nonostante il protagonista non riuscirà a possedere questa fanciulla.

Questi motivi tematici si svolgono sullo sfondo di una città concreta, Trieste, ma tutti i luoghi, gli oggetti, gli ambienti sono caricati da significati altri, simbolici, poiché raccontanti attraverso la visione idealizzante di Emilio.

A livello stilistico la prosa è incalzante e tutta orientata sul punto di vista del protagonista, in un certo modo narratore del romanzo (anche se narrato in terza persona).

Emilio Brentani, vittima dell’inerzia del proprio destino, è anche l’eroe di un ascetismo negativo. Il senso della vita, per l’uomo moderno, sembra potersi manifestare solo nella lontananza, nella prospettiva di qualche simbolo inafferrabile – proprio come lo era stato Angelina.

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