Pitagora e i Pitagorici

Pitagora è stato uno dei personaggi storici più curiosi dell’antichità, nonché uno dei primi maestri filosofici. Non ci sono rinvenuti suoi scritti, ma le fonti sul suo conto sono molte ed autorevoli, così come la sua influenza su di esse; specialmente sulle scuole di Platone e Aristotele. Pitagora fu filosofo, politico, legislatore, ma anche sciamano e indovino. A metà strada tra l’umano e il divino.

Pitagora – Vita e Pensiero

Pitagora nacque a Samo, probabilmente nel 571-570 a.C.; venne a Crotone intorno ai quarant’anni nel 532-531. Spostatosi a Crotone, Pitagora si fece conoscere grazie alle sua oratoria e alle innovative teorie politiche e filosofiche.  Esse si diffusero velocemente in molte città greche dell’Italia meridionale, spesso assumendo il potere in direzione aristocratica e oligarchica.

La dottrina filosofica che viene attribuita con certezza a Pitagora è quella della metempsicosi: l’immortalità e la trasmigrazione delle anime in altri corpi dopo la morte. L’anima è immortale e può trasferirsi in ogni altra specie vivente. Tutto rinasce e tutti gli esseri animati appartengono così alla stessa specie. Una tale concezione proviene dall’Orfismo, ovvero quella tradizione religiosa, che a partire da Orfeo, considerava il corpo come una prigione. Essa era il segno di una punizione per una colpa originaria o acquisita durante le vite passate, per i pitagorici. Molto spesso Orfismo e Pitagorismo si fusero in una sola linea di pensiero, seppur distinte. La strada che liberava dai peccati era quella della filosofia, ovvero sapienza e rituali purificatori.

I pitagorici – Gli allievi di Pitagora

Le varie scuole che si crearono attorno alla figura e al pensiero di Pitagora, si basavano su rigorose regole ascetiche e vita e beni in comunione. Vi sono molte testimonianze che descrivono la scuola come una comunità di studiosi, alla quale era molto difficile accedere. Paragonabile ad una setta religiosa, gli insegnamenti spesso rimanevano vincolati agli adepti. Essi veneravano Pitagora come se fosse divino, si dice che fosse stato lui a coniare il termine “filosofia”. I pitagorici ne incarnarono gli insegnamenti, lo stile di vita e diedero inizio ad un vero e proprio movimento di pensiero.

La matematica e la dottrina del numero

I pitagorici furono i primi a trattare la matematica come una scienza e postularne i primi principi, che sarebbero poi confluiti negli “Elementi” di Euclide. I numeri venivano considerati dai pitagorici, secondo la fonte Aristotelica, come forma e materia di tutte le cose, ovvero come la loro sostanza. Essi sono dotati di spazialità, come le forme geometriche. Le due materie, l’aritmetica e la geometria, si fusero in quella che venne definita l’aritmogeometria. I numeri rispecchiano le strutture razionali del reale, così come il pensiero che coglie le relazioni tra le cose. Difatti pensare è razionalizzare, ovvero riconoscere nel mondo un ordine che è parte del mondo stesso e dunque misurabile.

Il numero rende comprensibile il mondo, rivelandone la struttura geometrica. Ad ogni numero corrispondono figure. L’uno è il punto, che rappresenta l’unità. Al due corrisponde una linea, al tre un triangolo, e così via. Il numero dieci (tetraktys) è il numero perfetto, immaginando i numeri posizionati, si crea la figura perfetta del triangolo equilatero. Il dieci poi risulta simbolico in quanto rappresenta i dieci corpi celesti e le dieci coppie di contrari.

pitagora tetraktys pitagorici

La Filosofia dualistica

Come detto i numeri rispecchiano la realtà del mondo, e così sulla base delle loro opposizioni dividono il mondo in opposti. L’opposizione numerica fondamentale è quella tra numeri pari e numeri dispari. Il pari è quel numero divisibile in parti uguali, o entrambe pari o entrambe dispari. Ad esempio dividendo il numero due, abbiamo come risultato due numeri dispari. Invece per i numeri dispari la loro divisione dà vita sempre ad un numero pari ed un altro dispari. L’uno invece è l’unico numero parimpari, poiché rende i numeri pari dei numeri dispari e viceversa.

Questa divisione configura una sorta di dualismo. Analogo alla coppia di opposti pari-dispari, i Pitagorici associano quella di limite-illimitato, a cui associavano rispettivamente la perfezione e l’imperfezione.

Pitagora numeri pari e dispari

Come visibile nell’immagine, i numeri dispari allineati vanno a creare un limite. Questo li rende limitati, compiuti, perfetti. Invece i numeri pari sono considerati dagli allievi di Pitagora non delimitati e perciò imperfetti.

La musica secondo Pitagora

Per Pitagora e i suoi allievi la musica è il luogo dove rientrano tutte le combinazioni matematiche e astronomiche. La musica è successione di note, è costruzione matematica. La melodia e l’armonia rappresentano l’ordine matematico del mondo, che rendono l’ascoltarla piacevole. Ma non solo. L’armonia musicale è legata anche all’astronomia, ed in particolare al moto dei pianeti che si muovono e si allineano secondo precisi e perfetti movimenti di coordinazione. Si dice che il loro stesso movimento generasse una melodia cosmica perfetta.

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