La Vita di Petrarca e l’opera il Canzoniere

Il Canzoniere, poema della vita interiore petrarchesca, è una delle opere più rappresentative della letteratura italiana. Presenteremo una breve biografia dell’autore, per poi passare all’analisi dell’opera.

Francesco Petrarca

Nato ad Arezzo nel 1304, Francesco Petrarca trascorse l’infanzia a Incisa. Il padre, in esilio con la fazione dei bianchi, decise, nel 1311, di trasferire la propria famiglia ad Avignone, sede papale in quegli anni. Qui Petrarca compì i primi studi, interessandosi in modo particolare allo studio dei classici latini.

La corte papale si presentava come un ambiente cosmopolita dove poter entrare in contatto con diversi intellettuali e dove il latino veniva considerato lingua internazionale. A questa concezione dovette legarsi l’idea del poeta di distinguere compiti e meriti del latino e del volgare.

Morto il padre e consumato il patrimonio familiare, Petrarca decise nel 1330 di farsi chierico. In questo modo negli anni seguenti compì vari viaggi, entrando a contatto con diverse corti e svariati ambienti culturali. A questi anni è riconducibile l’incontro con il Boccaccio, presso la corte romana. Nel 1368 si stabilì presso la corte di Padova, qui la sua salute divenne cagionevole e dopo un trasferimento a Venezia nel 1373, si spegne ad Aquà il primo grande intellettuale umanista.

Canzoniere

Il canzoniere si presenta come un’opera scritta nel corso di una vita. Dovette avere negli ultimi anni dello scrittore una sistemazione finale. Questa è la prima raccolta di rime a venire organizzata in maniera capillare e precisa, ricca di richiami interni, fitta simbologia numerica.

Nel panorama letterario del Petrarca il Canzoniere, poiché scritto in volgare, non dovrebbe avere grande rilievo, ma ben presto si comprende che non è così. Per cominciare l’opera presenta un titolo latino: “Francisci Petrarche laureati poete Rerum vulagarium fragmenta”. Questa è una scelta che si spiega con l’impressione che l’autore vuole dare al pubblico della propria opera. Un libro in volgare ma con un titolo latino, conferendo pari dignità alle due lingue. Inoltre, ancora dal titolo, leggiamo “Frammenti di cose volgari”, ciò significherebbe che l’opera dovrebbe risultare frammentaria e priva di un disegno ben preciso. Vediamo invece che non è affatto così.

Laura: la donna-musa del Canzoniere

Il Canzoniere è interamente dedicata alla figura di Laura. Una donna che nel corso del canzoniere svanisce, arrivando a diventare qualcosa di ideale più che reale. Già il nome “Laura” può essere accostato a “Lauro”, la pianta di apollo e della poesia, la pianta trionfale con cui lo stesso poeta venne incoronato nel 1341. Questa donna nella sua idealità ha qualcosa di diverso rispetto alle altre figure femminili dello Stil novo. Ella non provoca modificazioni o scelte radicali nell’animo del poeta, ma si presenta piuttosto come un desiderio perpetuo e inappagabile, diventando l’unica ragione di vita.

Italia mia, benché ’l parlar sia indarno

Oltre al tema dell’amore, ritroviamo, con particolare forza espressiva, quello politico. E’ nella canzone “Italia mia che il poeta tratta un argomento molto attuale, proponendo ai principi italiani di liberarsi dagli invasori stranieri.

Italia mia, benché ’l parlar sia indarno
a le piaghe mortali
che nel bel corpo tuo sí spesse veggio,
piacemi almen che ’ miei sospir’ sian quali
spera ’l Tevero et l’Arno,
e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio.
Rettor del cielo, io cheggio
che la pietà che Ti condusse in terra
Ti volga al Tuo dilecto almo paese.
Vedi, Segnor cortese,
di che lievi cagion’ che crudel guerra;
e i cor’, che ’ndura et serra
Marte superbo et fero,
apri Tu, Padre, e ’ntenerisci et snoda;
ivi fa che ’l Tuo vero,
qual io mi sia, per la mia lingua s’oda.

(Canzoniere, 128) 1

In questo modo il Canzoniere non si limita ad essere il semplice racconto lirico di una storia d’amore, ma va oltre. Il Canzoniere raccoglie i frammenti dell’anima di un poeta che ha molto da dire su svariate prospettive e cerca, in maniera per niente velata, di proporle alla società.

La Struttura del Canzoniere

Il canzoniere è composta da 366 componimenti (uno per ogni giorno dell’anno), numerati dallo stesso Petrarca (317 sonetti, 29 canzoni, 7 ballate, 4 madrigali). Si va da alcuni scritti composti negli anni giovanili fino ad uno scritto negli ultimi giorni di vita.
I richiami interni e la simbologia numerica affollano l’intera opera. Infatti, è il caso del primo incontro con Laura avvenuto il 6 Aprile 1327, e la morte di questa che coincide con il 6 Aprile 1348. Inoltre, il 6 Aprile coincide con il giorno della morte di Cristo e ciò potrebbe legare ancora maggiormente la figura di questa donna a quella dell’idealità sovrannaturale.

Lingua e Stile

Il livello linguistico raggiunto dal volgare di Petrarca nel Canzoniere rimarrà punto di riferimento fino all’ottocento. Equilibrato e depurato dai termini plebei e rozzi presenti in Dante, questa lingua presenta una fluidità e musicalità mai raggiunte in poesia. Questo volgare si costruisce per “riduzione” tenendo, cioè, conto dei termini essenziali alle parti del discorso.
Tra i procedimenti stilistici, oltre ai giochi metaforici già presenti nella poetica stilnovistica, si ricorda quello della “pluralità”. Cioè la presentazione di un oggetto con più termini legati e paralleli, creando uno squisito gioco visivo e sonoro.

 

Note

  1. Testo preso da Wikisource 

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