Il vespro e la Notte di Parini

Giuseppe Parini è uno degli intellettuali e letterati più importanti dell’illuminismo italiano. La sua opera più importante è “Il Giorno“, un componimento poetico in endecasillabi sciolti, dal carattere satirico. Esso è diviso in tre parti, di cui qui vedremo l’ultima: la sera.

Il vespro e la Notte

Il vespro e la Notte compongono “la sera”, terza e ultima parte de “Il Giorno” di Giuseppe Parini.

Parini in questa sezione dell’opera descrive la conclusione della serata dei due amanti. I due si approssimano a terminare la loro passeggiata in carrozza andando in visita ai vari amici e poi a un ricevimento serale in casa di una vecchia dama. La focalizzazione del narratore si sposta però sugli altri convitati impegnati nelle loro sciocche manie. Il testo si conclude con i due vecchi amanti che colmano il vuoto della loro passione giocando a carte.

La polemica anti-nobiliare che ha caratterizzato la prima parte dell’opera in quest’ultima va ad affievolirsi. Parini sceglie di sostituirla in nome di una maggiore nota malinconica data dall’inevitabile scomparsa della bellezza e l’inarrestabile trascorrere degli anni.

La mancanza di quella polemica è in concomitanza con la Rivoluzione Francese. La rivoluzione segnò un passo fondamentale nella storia dell’umanità condannando in modo definitivo la nobiltà. Essa si appoggiava sugli allori del passato e sembrava inutile svuotare di tutte le sue virtù, una nobiltà già vuota di sé. e quella rappresentazione desolata della polemica nobiliare appare molto più crudele nell’ultima parte quanto nelle prime due. Ciò andrà chiaramente a influenzare anche lo stile.

Lo stile dell’ultimo Parini

Lo stile dell’ultimo Parini risente dall’influenza storica che ebbe il passaggio al trono di Giuseppe II del Regno d’Austria. Perché ciò condizionò il suo stile? In quanto Giuseppe II attuò una politica riformatrice tesa maggiormente alle attività scientifiche a discapito delle pedagogiche. Con ciò si ebbe come conseguenza una minore libertà di scrittura.

Inoltre Parini si trovava sulla linea immaginaria di transizione che divideva l’Illuminismo dal neoclassicismo. Il suo modo di scrivere, teso all’impegno civile, si affievolì per garantire un’elevatezza stilistica. Tale scelta stilistica di Parini fu propria del periodo; caratterizzato da una “calma grandezza” e da una “nobile semplicità”, intesa anche come rifugio dai traumi storici del tempo.

Questo cambiamento, com’è stato evidente, ha intaccato il modo di scrivere della seconda parte dell’opera. Il quale porterà Parini alla modifica anche della prima parte, affievolendo la polemica contro la nobiltà a favore di una maggiore classicità.

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