Il Teatro di D’Annunzio
Il Teatro di D’Annunzio è fortemente condizionato dall’ideologia del superuomo che pervadeva di già i suoi romanzi. D’annunzio approda nel mondo del teatro con “Città morta” nel 1896. Il poeta vate si accostò all’ambiente teatrale per due motivi: il primo è dettato dalla relazione con l’attrice Eleonora Duse. Il secondo è dato dal fatto che il teatro era ritenuto il mezzo di diffusione più adatto per il suo ideale superomistico.
Il Teatro di d’Annunzio come “teatro di poesia”
Ovviamente, D’Annunzio non segue i criteri borghesi per la stesura delle sue opere teatrali, al punto da definire il suo operato come un teatro “di poesia”, che porti in scena personaggi eccezionali con i loro conflitti e le loro passioni fuori dal comune. L’argomento delle opere è sempre ricercato nella storia passata, caratterizzata da un gusto esotizzante e da un linguaggio sofisticato ed aulico. Non mancano opere ambientate nel presente, ma pur sempre protese a quella ricerca del clima “poetico”.
Il teatro di poesia risulta però essere poco scenico, è fortemente presente l’impegno retorico di d’Annunzio. Il che coincideva con l’attività parlamentare del poeta di quegli anni.
Anche nelle opere teatrali, così come nei romanzi, i personaggi dannunziani vedono i loro piani scontrarsi contro forse opposte e distruttrici; vi è la presenza di una donna “Nemica” o di un contesto sociale ostile all’indole del protagonista.
Le opere teatrali
Dopo le prime opere, nel 1901 il teatro di D’annunzio affronta il tema del quinto canto dell’inferno dantesco con “Francesca da Rimini”. A cui seguono La nave (1907) e Fedra (1909), con la rielaborazione in chiave ancor più violenta del celebre mito classico
Lontana da tutte le altre opere teatrali e quella più riuscita: “La figlia di Iorio”. Scritta principalmente in endecasillabi sciolti, si configura come una tragedia pastorale che porta in scena gli ambienti abruzzesi, carichi di primitiva superstizione, misticismo e di un linguaggio popolare che evidenziano nell’autore l’interesse persistente verso tutto ciò che è decadente e primordiale.
Per un maggiore approfondimento della tematica del teatro di d’annunzio consigliamo la lettura del seguente saggio.