Goldoni: Il rapporto con la società

In tutta l’opera di Goldoni, come conseguenza alla sua adesione al movimento illuministico, ricoprirà un ruolo fondamentale la visione della società.

Borghesia e Nobiltà

Figlio della borghesia veneziana, Goldoni ne assorbe tutti i valori di onestà, fedeltà e laboriosità. Ma egli non si limita a questo. Li rielabora sul palco per il pubblico richiedente, e si allontana da tutto ciò che per lui può compromettere il vivere sociale. Parallelamente, Goldoni prova antipatia per la classe nobiliare, ormai smantellata del vero valore che aveva un tempo. È un tipo di antipatia dovuta soprattutto al suo vagheggiamento di utopica uguaglianza tra gli uomini, che però non pretende affatto di concretizzarsi. Goldoni è, dunque, un moderato riformatore, in quanto si limita ad auspicare un equilibrio tra le classi sociali continuando però a rispettarne l’ordine gerarchico. Per questo i suoi modelli di società ideali sono proprio quelli dell’Europa del Nord, in particolare dell’Olanda e dell’Inghilterra. Essi favoriscono una reciproca collaborazione tra borghesia e nobiltà in campo politico e sociale.

Ed è proprio in questo clima che prende vita un nuovo tipo d’eroe. Un uomo come tanti altri, portatore di sani valori e che tende a realizzarsi economicamente, in un nuovo scenario: la città. Esso è il luogo in cui prende vita il caleidoscopio della vita sociale tra traffici commerciali, eventi sociali e feste. Questa apertura al mondo delinea il forte spirito di socialità in Goldoni, che rifiuta ogni occasione di chiusura alla vita, e incoraggia alla libertà di esprimersi nei rapporti con gli altri. Ed è per questo che Goldoni si oppone all’autorità che un padre di famiglia esercita sulla moglie o sui figli, non facendo altro che opprimere la natura e la ragione di ogni individuo.

Anche in questo caso ricorre con ottimismo lo spirito egualitario del commediografo che però, ancora una volta, stenterà a concretizzarsi. Ma è il comune denominatore di un nuovo pensiero che sta andando ad instaurarsi nella società settecentesca europea.

La Società ed il Teatro di Goldoni

Il modo di vedere la società fin qui descritta influenza la produzione teatrale, ma muta durante la vita del commediografo, a causa di una forte crisi, dovuta alle nuove esigenze del pubblico.

Sono infatti riscontrabili due fasi principali nell’opera goldoniana.

Un periodo “pre-crisi” teso all’esaltazione dell’uomo borghese, il cosiddetto “uomo dabbene”, appartenente alla nuova società illuminista, portatore di valori sani, a differenza di quelli trasmessi dalla classe nobiliare, per la quale Goldoni non nutre alcuna opinione positiva. Il periodo culminante della sua crisi, invece, rispecchia lo squilibrio psicologico del commediografo, che ritrova se stesso nei soggetti asociali e nevrotici che lui mette in scena. A questo nuovo tipo di commedia “di carattere”, si aggiunge poi il ritorno alle commedie di ambientazione esotica, dovuto al cambiamento di interesse da parte del pubblico.

Con il periodo “post-crisi” Goldoni ritorna ad analizzare la borghesia con occhio più critico e disincantato. Egli ne evidenziando gli aspetti peggiori: la smania d’ostentazione e l’esclusivo interesse economico. D’altro lato, invece, esalta i ceti subalterni, celebrandone la socialità, la vitalità e l’intraprendenza.

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