Il Pensiero di Marsilio Ficino

Marsilio Ficino nasce a Figline, in Val d’Arno, il 19 ottobre 1433. Egli studia a Firenze i grandi pensatori greci e latini come Epicuro e Lucrezio, ma soprattutto Platone. Fu infatti il filosofo fiorentino a tradurre in latino i dialoghi di Platone, che commentò ampiamente, e le Enneadi di Plotino. Scrisse molti saggi e opuscoli, e una Teologia platonica. Morì il 3 ottobre 1499.

Marsilio Ficino fondò nel 1462 l’Accademia platonica fiorentina nella villa di Careggi donatagli da Cosimo de Medici. Essa prese il nome di Accademia o “Piccola Accademia” come omaggio a quella Platonica. L’accademia era un circolo – luogo di discussioni, confronti e dibattiti – frequentato da intellettuali e pensatori fiorentini, come Lorenzo il Magnifico, Pico della Mirandola. L’accademia si sciolse nel 1522 a seguito della congiura contro Giulio de Medici (Papa Clemente VII) – in cui erano implicati alcuni dei membri della scuola.

Il Pensiero di Marsilio Ficino

Teologia Platonica: una religione filosofica

La teologia platonica è uno dei testi più importanti di Marsilio Ficino. Nel suo rinnovato platonismo convergeva l’unione tra la religione e la filosofia. Tale saldatura rappresentava l’unica possibilità per la ridefinizione e il rinnovamento dell’uomo, quest’ultimo al centro della propria speculazione filosofica.

Secondo il platonismo rinascimentale del filosofo la realtà era distinta in cinque gradi: il corpo, la qualità, l’anima, l’angelo e Dio. Come nel neoplatonismo – a fondamento di tale suddivisione vi è un’emanazione divina che dal massimo grado di perfezione arriva al corpo. L’anima in Marsilio Ficino è l’essenza media, è la “copula del mondo”. Essa è l’anello vitale che lega le parti più basse verso quelle più alte.

Tale posizione mediatrice dell’anima trova espressione nell’amore. Dio ama l’uomo e dà la vita attraverso un atto creativo, allo stesso modo l’uomo amerà Dio. L’uomo, nell’avvicinamento a Dio attraverso l’amore, percorrerà un processo di purificazione e razionalità. Ciò che caratterizza il pensiero di Marsilio Ficino, come quello di Cusano, è la centralità che l’uomo assume nel rapporto con Dio. L’uomo diventa l’elemento centrale e indispensabile nell’ordine dell’essere e nella consapevolezza dei suoi limiti.

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