Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar

Dolor y Gloria è l’ultimo film in ordine cronologico (il ventiduesimo) di Pedro Almodóvar , con protagonisti Antonio Banderas e Penélope Cruz.

Trama

Salvador Mallo (interpretato da Antonio Banderas) è un regista di fama internazionale in crisi. I suoi svariati tormenti fisici gli impediscono di poter continuare a fare altri film, lavoro che il regista considera uno dei più fisicamente deleteri.

Al regista viene proposto di presentare il suo primo film restaurato (di 32 anni prima) in occasione di una rassegna cinematografica. Per l’evento rincontrerà l’attore protagonista di quel film (che non vedeva dalle riprese), che scoprirà ancora dipendente da eroina (motivo della loro rottura). E sarà proprio il suo incontro che lo avvicinerà all’eroina, per provare a ovviare ai problemi fisici. Essa, però, non farà altro che attenuare i dolori, senza realmente superarli.

Le tematiche di Dolor y Gloria

Senza dilungarci troppo nella trama, che assume un valore pretestuale, passiamo ad analizzare alcuni dei temi che questo film di Almodóvar tratta.

Sarà bene iniziar dicendo che, (per stessa ammissione di Almodóvar) “Dolor y Gloria” è un film (quasi) autobiografico. Chiaramente non lo è fedelmente negli avvenimenti ma in tutto ciò che vuol trasmettere. In un’intervista a Cannes, per la presentazione del film, Almodóvar dirà:

 “Se devo calcolare quanto tasso di autobiografia c’è in Dolor y Gloria posso dire che sul fronte dei fatti il 40 per cento, ma per quello che riguarda un livello più profondo, si tratta del 100 per cento […] tutto quello che nel film non ho vissuto potrei però averlo vissuto“. 1

Ed ecco che in questo modo alcuni aspetti sembrano essere più chiari. Il protagonista del film è Almodóvar stesso, che è, e si trasfigura, in un dipendente di cinema. La parola dipendenza non è scelta a caso. Nel film il regista Mallo scrive un soggetto con tale titolo, che diventerà poi una pièce teatrale. Ma la sua dipendenza da cinema, l’impossibilità di realizzare cinema, verrà presto colmata con un’altra. Mallo comincerà a consumare eroina, in assenza di cinema.

Ed è qui che si palesa il vero dolore che compare nel titolo: la consapevolezza di essere eternamente legato ad una debolezza. A questo dolore nell’animo, fanno da contorno i dolori fisici, quasi ad espressione di quello interiore. E con esso il ricordo dolorosamente e amaramente felice di una vecchia e giovanile storia d’amore (omosessuale, a sottolineare ancora una volta la vicinanza di Almodóvar al suo personaggio fantoccio).

Almodóvar mette in scena tutto ciò, aggiungendo un altro contesto narrativo che fa da sfondo a tutto. Continui flashback riportano Mallo indietro nel tempo. Quel luogo è la sua infanzia, vissuta in una casa povera con la madre (interpretata da Penelope Cruz) che, come accaduto in altri film di Almodóvar (vd. “Tutto su mia Madre”), rappresenta per lui una figura chiave.

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Mallo e la madre (Penélope Cruz) nella casa d’infanzia

La madre rimanda, per Mallo, non solo ad un’infanzia significativamente alla scoperta di sé, ma più incisivamente ad un luogo archetipico in cui il figlio è immagine e somiglianza della madre, il quale sente il peso di deludere o aver deluso le sue attese. Ed ecco che si apre ad un altro tema costante in Almodóvar, oltre al dolore, alla dipendenza, alla debolezza, la diversità. L’infanzia è proprio il luogo del primo amore inconfessabile, il primo “deseo” peccaminoso e inenarrabile.

Dolor y Gloria è il trionfo del dolore sulla vita. Ma essa non soccombe e risponde con forza e con una “estrema forza di volontà” che descrive iconicamente Mallo, come può descrivere lo stesso Almodóvar, che torna sullo schermo con uno dei suoi capolavori.

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Note

  1. Da un’intervista di Repubblica

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